Business Plan per piccole attività: renderlo facile e creativo è possibile!


Sei agli inizi della tua attività e hai sentito parlare di business model e business plan ma ci hai capito poco? O magari pensi che siano strumenti macchinosi poco adatti a persone creative come te? Ecco la soluzione!

Se stai per avviare la tua attività o l’hai aperta da poco, sicuramente ti sarai imbattuta nei termini “business model” e “business plan“.

Magari hai anche letto qualcosa in giro, provando a crearti il tuo business plan, che a distanza di qualche mese si è rivelato solo uno schema inutile su un foglio abbandonato in un cassetto.

A me è successo esattamente così la prima volta che ho provato a fare il mio.

Però non mi sono mai arresa perché avevo capito che fare un business plan (e un business model) era importante se volevo che A Cup of Web arrivasse dove volevo, e quindi ho continuato a informarmi e studiare l’argomento.

Ed è stato così che mi sono imbattuta in Micaela di ThePaperCoach.

Micaela è una Business Coach, quindi supporta le persone che vogliono mettersi in proprio o che hanno un obiettivo da raggiungere. Ma lo fa in un modo molto particolare: usa strumenti come la scrittura, il journaling e altre tecniche creative.

Utilizzare le mani vuol dire fare delle attività “pratiche” che permettono di attivare aree del cervello che normalmente non vengono attivate dal semplice pensiero. In questo modo si possono ottenere soluzioni originali e creative. Infatti Micaela utilizza spesso la carta per i suoi “esercizi”, e per questo motivo il suo sito si chiama ThePaperCoach.

Questo approccio “cartaceo e creativo” al business plan l’ho trovato subito molto intrigante, quindi ho pensato di intervistare Micaela e farmi dare qualche dritta sul tema business plan, che sono sicura tornerà utile a tutte voi 😉

Lascio a lei la parola!

Che cos’è un business plan? A cosa serve?

Tecnicamente il Business Plan è un documento in cui vengono sintetizzate le caratteristiche di un progetto imprenditoriale. Raccoglie tutti i contenuti di una business idea, e serve sia per pianificare le azioni necessarie a raggiungere i propri obiettivi imprenditoriali, sia per comunicare la propria idea all’esterno, in particolare verso potenziali finanziatori o investitori.

È quindi una “mappa” che dice all’imprenditore che cosa deve fare per arrivare dove desidera, ma allo stesso tempo è una “fotografia” del proprio business da mostrare a coloro che possono aiutarci a realizzare la nostra impresa.

Ma il business plan serve anche ai freelance e a chi ha una piccola attività?

Io credo che il Business Plan sia fondamentale per tutti, anche per chi ha una “piccola” attività. Non credo nella definizione di “piccolo”: qualsiasi sia la dimensione del tuo business per te è una cosa seria, qualcosa con cui hai intenzione di campare, qualcosa che ti deve soddisfare sotto tantissimi punti di vista. Quindi va presa seriamente. E progettata nei minimi dettagli.

Prima ancora del Business Plan, però, è necessario fare il Business Model, e cioè creare le fondamenta della propria idea imprenditoriale, capire come vogliamo strutturarla e quali sono tutti i passaggi perché funzioni.

A quel punto il Business Plan diventa la traduzione del nostro Business Model in azioni pratiche, da fare tutti i giorni, per realizzare quello che abbiamo dichiarato di voler fare.

Le startup e le grandi aziende probabilmente sono più abituate ad andare da finanziatori e investitori, e quindi hanno bisogno di Business Plan molto strutturati nella parte economica. Ma anche i freelance hanno l’esigenza di parlare con persone esterne che possono diventare partner, mentori e perché no, finanziatori. Quindi non sottovaluterei anche questo aspetto.

Fare un buon Business Plan (e in particolare la prima parte, quella dell’Executive Summary) diventa un modo per avere una presentazione chiara ed efficace della propria impresa. Ed è utile a tutti.

Quali sono i problemi maggiori nel creare (e seguire) un business plan?

Nel crearlo onestamente non credo ci siano grandi difficoltà. Anche perché ci sono professionisti che ci possono supportare in questo. Sicuramente la parte economica è la più ostica per molti. Però credo che le vere difficoltà siano altre, e in particolare due:

1. Immaginare lo sviluppo del nostro business

È l’obiezione che mi sento fare più spesso, quando chiedo di pensare al proprio business su tre anni. Come si svilupperà, come aumenteranno i miei costi di gestione, quanto voglio guadagnare…

È difficile perché quando partiamo già ci sembra incredibile che riusciremo a far diventare la nostra idea un lavoro “vero” in grado di mantenerci! E poi perché ci concentriamo molto sul nostro prodotto e servizio ma ci preoccupiamo meno di pensare a come lo venderemo, a quanti “pezzi” dovremo vendere per avere uno stipendio adeguato, a come mixare i nostri servizi per riuscire a fare tutto quello che vogliamo fare e raggiungere i nostri obiettivi.

Alla fine, come dico sempre, il Business Plan è un gioco di ruolo, dove mi devo immaginare come devono andare le cose per far sì di raggiungere il mio obiettivo. Ed è un po’ come il Tetris: devo mettere insieme i pezzi perché tutto si incastri e funzioni. Quindi ci sono molte cose da valutare.

2. Seguire il proprio piano

Magari riusciamo anche a fare un Business Plan solido ed efficace, ma succede spesso che ci lasciamo trascinare dalla quotidianità e a volte diamo priorità ad alcune cose che poi però non ci permettono di raggiungere il fatturato che ci serve (e che desideriamo).

Chiaramente non basta scrivere un buon Business Plan perché poi si realizzi. Ma sono certa che se è fatto bene basta guardarlo ogni giorno per sapere cosa fare e in che direzione andare.

Invece pensiamo che una volta fatto possiamo prendere quel ben tomo di robe scritte e chiuderle in un cassetto… Invece no, dobbiamo guardarcelo tutti i giorni perché è la nostra mappa da seguire per pianificare cosa dobbiamo fare. E per verificare se stiamo andando nella direzione giusta, se stiamo facendo tutto quello che avevamo pianificato di fare, o se invece i nostri programmi non hanno dato i frutti sperati e quindi aggiustare il tiro.

Ci sono dei modi “alternativi” per fare il proprio business plan e renderlo “divertente”?

Io utilizzo un modo di fare coaching che ho ribattezzato “papercoaching” e che si basa sull’utilizzo di carta, scrittura, tecniche creative.

Uno degli strumenti principe che utilizzo nel mio coaching è il journal, e in particolare sto progettando un Business Journal che ha proprio l’obiettivo di aiutare le persone a realizzare il proprio Business Plan dalla A alla Z in modo divertente e creativo.

Voglio precisare che “divertente e creativo” non significa poco efficace o poco serio, anzi. Si tratta solo di tirare fuori le idee e di trovare soluzioni più efficaci rispetto al mettersi davanti al computer e compilare un file excel.

In generale creare un modello tridimensionale dei nostri pensieri, attraverso la scrittura, i post it, il disegno, il collage o qualunque altra cosa ci venga in mente, ci permette di trovare soluzioni più efficaci e originali.

Quindi il mio consiglio è: provate a creare il vostro Business Plan in modo “non canonico”, disegnatelo, fatelo in 3D, date libero sfogo alla vostra fantasia.

3 consigli finali!

  1. Non avere paura dei numeri: pianifica i tuoi obiettivi anche in termini di fatturato e di quanto vuoi guadagnare.
  2. Non aver paura di comunicare: credi nel valore di ciò che proponi? Pensi che il tuo prodotto o servizio sia utile a qualcuno? E allora non avere paura di parlarne. Trova il tuo stile di comunicazione, ma comunica.
  3. “Esci da te stesso”: la tua idea è importante, quello che desideri è fondamentale, ma ricordati che nel tuo business c’è qualcuno più importante di te: il tuo cliente. Se impari a vedere le cose con i suoi occhi e a pensare ai suoi reali bisogni (e non a quelli che vorresti fossero), sarai in grado di soddisfare tutte le sue esigenze e allora non ci sarà concorrenza! (e questo lo dico sempre anche io quando vi rompo le scatole sul target! n.d.Elena)

Concludendo…

Dopo questa bella chiacchierata con Micaela, non mi resta che lasciarti i contatti di ThePaperCoach, così se vuoi approfondire l’argomento business plan e business model, puoi andare sul suo blog e i suoi canali:

Sito web

www.thepapercoach.it

Gruppo Facebook

#12journalsproject (attraverso cui diffonde il journaling e spiega come può aiutarci a crescere sia come persone che come imprenditori)

Instagram

@thepapercoach

Hai altre domande?

Se vuoi approfondire questi argomenti, guarda il video della Live che abbiamo tenuto sul nostro gruppo Facebook A CUP OF WEB TIPS.

Infatti abbiamo avuto ospite Micaela!

Il video lo trovi all’interno del nostro gruppo Facebook A CUP OF WEB TIPS.


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info@acupofweb.it

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