Vendi online? Occhio alle vanity metrics…


Usi il web per promuovere la tua attività? Allora stai attenta a non farti fregare dalle vanity metrics…

Se usi i canali online per promuoverti, sicuramente ti trovi ogni giorno ad avere a che fare con like, follower, visitatori, ecc. Ossia con tutte quelle statistiche che ti dicono se i tuoi canali stanno andando bene e ricevono visite oppure no.

Però tra i tanti dati che hai a disposizione, ce ne sono alcuni che sono davvero utili per conoscere lo stato di salute della tua attività online, e altri che invece rischiano solo di depistarti: le vanity metrics.

Cosa sono le vanity metrics

Le vanity metrics, che tradotto letteralmente significa “metriche della vanità”, sono quei dati che non sono utili a capire se stai facendo un buon lavoro sui tuoi canali, ma servono solo per gratificare il tuo ego, la tua vanità, appunto.

Quali sono queste metriche così pericolose?

Like, follower e visite.

Sì, hai capito bene, proprio le metriche che la maggioranza delle persone usa per valutare i propri social e siti.

Questi dati sono inutili perché con qualche accorgimento (e trucchetto) è facile avere tanti like, follower e visite al proprio sito. Ma visto che tu usi i canali web per promuovere la tua attività, e quindi vendere, quello che tu cerchi non sono solo numeri a caso, bensì contatti di clienti.

E non c’è nessuna correlazione tra like, follower e visite e numero di contatti che un canale riceve.

Perché un canale può avere anche 1000 nuovi follower ogni giorno, ma se poi questi sono fuori target e quindi non sono potenziali clienti, non si trasformeranno mai in contatti. Perciò rimarranno solo vanity metrics.

Quindi come fare a capire se stai gestendo correttamente i tuoi canali web? Quali dati devi monitorare?

Quali dati controllare al posto delle vanity metrics

I dati che ti dicono se stai facendo un buon lavoro non sono i like o i follower, bensì quelli che segnalano l’interesse del tuo target.

Metriche da controllare su Instagram

Su Instagram i dati più significativi che puoi controllare nei tuoi Insights sono:

  • i click che riceve il tuo link nel profilo, perché segnalano un forte interesse per la tua attività, a maggior ragione se questo link porta al tuo sito;
  • i contatti che ricevi (email, telefono, messaggi, ecc.).

Metriche da controllare su Facebook

Su Facebook invece i dati più utili sono:

  • i contatti che ricevi (messaggi, telefono, ecc.);
  • le azioni sulla pagina (click sul sito web, sul numero di telefono, ecc.).

Metriche da controllare su siti e blog

Infine, sul tuo sito o blog, devi controllare queste metriche:

  • contatti che ricevi;
  • frequenza di rimbalzo: è la percentuale di visitatori della pagina che abbandonano il tuo sito dopo aver visualizzato quella sola pagina, quindi più è bassa, meglio è, perché più un utente rimane sul tuo sito, più vuol dire che è interessato e quindi potenzialmente in target.

Ecco, questi sono i dati che devi monitorare sui tuoi canali al posto dei soliti like, follower e visite.

Perché ricorda: non te ne fai nulla di 30000 follower o like se poi questi non sono in target. Il tuo obiettivo non deve essere raggiungere tot like o follower, quanto eventualmente raggiungere tot like o follower in target, e quindi avere tot contatti al mese.

Pensa sempre a come avvicinare e attirare l’attenzione del tuo target, e non a come raggiungere grandi numeri in breve tempo, perché coi numeri non si mangia, coi clienti in target sì 😉

Se hai problemi ad attirare l’attenzione del tuo target o a individuarlo, scarica la nostra guida gratuita!


2 commenti su “Vendi online? Occhio alle vanity metrics…”

  1. non mi è chiara una cosa però, riguardo ad Instagram, perché allora le aziende, ma anche i professionisti, usano i BOT per mettere like a casaccio e fare il follow\unfollow? è una cosa che non mi spiego e che non ha senso se non quella di accumulare follower e like per crearsi una reputazione migliore online con un grosso seguito
    non capisco nemmeno le aziende che mettono i like ai concorrenti, è una pratica dovuta alla sciatteria nel pensare che chi usa il tag per esempio “borse” sarà per forza un appassionato di borse (e non più probabilmente uno che le produce) oppure c’è un’altra spiegazione?

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    • Usare i bot è una pratica molto diffusa perché permette di far finta di essere qualcuno. La maggioranza delle persone è ignorante, e quando vede che un account ha tanti follower pensa “wow, questo qui è un tipo/azienda in gamba!”. È un po’ come comprarsi la borsa firmata taroccata pur di far vedere che si possiedono capi firmati e quindi si hanno tanti soldi. Alla base dell’utilizzo dei bot e delle varie pratiche di like/follow/unfollow, ecc. c’è solo la stupidità e l’ignoranza, la voglia di arrivare in fretta ad avere tanti clienti, pensando che su Instagram sia solo una questione di numeri e immagine. Forse in certi settori è davvero così, ma in tanti altri no. E alla lunga si vede chi ha saputo lavorare bene e chi no. Il primo avrà un’attività che funziona davvero, il secondo avrà solo grandi numeri, ma sarà sempre alla perenne ricerca spasmodica di clienti per riuscire a stare a galla.

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